Guerra in Ucraina, la comunità scientifica italiana lancia un appello per la pace

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FISV, Federazione Italiana Scienze della vita, che rappresenta oltre 10 mila ricercatori italiani, fa appello alle autorità nazionali e internazionali affinché si trovi al più presto una soluzione diplomatica che metta fine al conflitto:

 

«La ricerca scientifica non conosce confini. I due recenti anni di pandemia COVID-19 hanno dimostrato come la cooperazione internazionale della ricerca sia al servizio dell’umanità. Qualsiasi azione bellica tra paesi interrompe questo fondamentale livello di crescita, innesca crisi economiche e ecologiche, amplifica enormemente la diffusione di malattie, blocca la somministrazione di cure, di farmaci e di generi essenziali. L’azione bellica intrapresa contro il popolo ucraino è nemica del progresso e contro l’umanità intera».

 

01 marzo 2022

La comunità scientifica della Federazione Italiana Scienze della Vita (www.fisv.org), che attualmente è costituita da venti Società scientifiche per un numero complessivo di circa 10.000 ricercatori, è profondamente scossa dall’attacco ingiustificato quanto impietoso nei confronti di un paese indipendente e pacifico come l’Ucraina. Quanto stiamo vedendo, sentendo e leggendo sui media ci sta sconvolgendo e preoccupando anche per i rischi di escalation del conflitto che stanno emergendo negli ultimi giorni.

La nostra solidarietà è rivolta in misura particolare ai civili che stanno subendo profonde limitazioni della libertà, rischiano la vita assieme ai loro familiari e amici. Occupandosi di scienze legate allo studio della vita, la FISV è particolarmente sensibile ai rischi diretti e indiretti che corre la popolazione civile ucraina, ai danni materiali alle infrastrutture cruciali per una sopravvivenza umanamente accettabile, e per il danno ambientale prodotto e indotto dalle azioni militari.

Siamo una comunità di ricercatori e scienziati e siamo abituati a considerare l’ambito scientifico per sua natura aperto democratico, collaborativo, collettivo e pacifista. A supporto di questa affermazione basti vedere come migliaia di scienziati russi stiano protestando contro la guerra promossa dal loro paese e stiano aderendo a una petizione per fermare il conflitto (https://trv-science.ru/2022/02/we-are-against-war/).Tra loro il Premio Nobel per la Fisica Konstantin Novoselov, il precedente consigliere scientifico Roald Sagdeev, e numerosi membri dell’Accademia Russa delle Scienze tra cui Valery Rubakov e Sergey Stishov.

La ricerca scientifica non conosce confini. I due recenti anni di pandemia COVID-19 hanno dimostrato come la cooperazione internazionale della ricerca sia al servizio dell’umanità. Qualsiasi azione bellica tra paesi interrompe questo fondamentale livello di crescita, innesca crisi economiche e ecologiche, amplifica enormemente la diffusione di malattie, blocca la somministrazione di cure, di farmaci e di generi essenziali. L’azione bellica intrapresa contro il popolo ucraino è nemica del progresso e contro l’umanità intera.

Pertanto ci appelliamo a tutte le autorità nazionali e internazionali affinchè si possa trovare quanto prima una soluzione diplomatica a questa grave crisi e si eviti un ulteriore aggravarsi del conflitto.

Come ricercatori e scienziati ci sentiamo particolarmente vicini ai nostri colleghi ucraini. Incoraggiamo i nostri ricercatori ad aderire ad iniziative internazionali (come https://scienceforukraine.eu/) rivolte a dare supporto e ospitalità nei loro laboratori a studenti e docenti ucraini  e chiediamo che vengano avviate ulteriori iniziative e finanziamenti a livello dei governi nazionali e della UE per salvaguardare il patrimonio umano, culturale e scientifico ucraino.